LA POLITICA DI PASQUALE

Dalla fine di febbraio l’Italia, e progressivamente il mondo, vive tempi drammatici. Voci autorevoli, competenti organizzazioni internazionali prevedono facilmente una grandissima crisi economica con gravi risvolti sociali. Al momento sembra che resterà disoccupato a livello mondiale almeno l’equivalente di circa 200 milioni di lavoratori a tempo pieno.

Quindi sembra che la categoria degli “ultimi” avrà un notevole numero di nuovi ingressi.

E cosa succederà a coloro che erano magari temporaneamente “ultimi”, o quantomeno privi di reddito, al momento della catastrofe? Scivoleranno ancora più giù, in una nuova categoria, diciamo degli “ultraultimi”?

Si soccorre, giustamente, chi ha avuto un reddito fino a due mesi fa. Gli va garantita la continuità almeno del livello di sussistenza. Sì, è giusto.

Poi ci sono quegli altri, quelli che non si sa come campavano ma campavano: lavori in nero, lavoretti, altre attività non dichiarabili. In emergenza vanno sostenuti senza chiedersi come campavano. Certo. Magari hanno pure una seconda casa, ereditata, e non hanno potuto accedere al reddito di cittadinanza. Ok, abbuoniamogli la seconda casetta ereditata dal nonno, è equo.

Poi ci sono quelli che la casa ce l’avevano, una, che si sono pagati col mutuo. Qualcuno non ha nemmeno finito di pagarla. E se la sono dovuta vendere, per campare, o l’hanno persa. O quelli che sono stati licenziati e hanno campato del TFR che hanno, magari, solo parzialmente percepito. Magari ne hanno ancora un po’ in banca, ma finirà e non gli resterà più proprio niente. Non è detto che chi ha lavorato fino a 2 mesi fa sia in queste condizioni tragiche.

Tra quelli che si barcamenano da anni tra incarichi brevi, lavoretti e stratagemmi vari ci sono migliaia di operatori della formazione professionale siciliana e derivati sportelli multifunzionali (servizi di orientamento privati finanziati dalla Regione Siciliana, che dal 2000 al 2013 hanno costituito i servizi regionali per le politiche attive del lavoro). Tutti avevano un contratto di lavoro a tempo indeterminato molto spesso ultratrentennale e tutele legali. Tutto svanito in breve tempo.

Certo, ora bisogna affrontare la coesistenza con l’emergenza sanitaria, che non finirà presto, ammortizzare la crisi simmetrica della domanda e dell’offerta, la crisi di liquidità, il rischio di chiusura definitiva di molte aziende, lo spettro di un livello di disoccupazione devastante.

Quindi le questioni rimaste irrisolte (possiamo anche dire mai affrontate seriamente) rischiano di scivolare nel retropalco, lontano dalle luci del primo piano. Ma questo non vuol dire che i problemi non persistano, aggravati, incancreniti dagli anni passati, sospesi da provvedimenti eternamente imminenti ma mai arrivati. Sono arrivati i complimenti, il sincero apprezzamento per proposte e iniziative di gruppi di questi lavoratori, che però necessitavano di sostegno reale, anche solo normativo, per realizzarsi. Sostegno concreto, finora, mai arrivato. In 7 anni.

7 anni in cui i binari su cui si sono messi o sono stati indotti a mettersi i lavoratori sono stati resi binari morti, o lo erano già in partenza. Come l’illusorio reimpiego in un sistema che non avrebbe mai potuto riassorbire che quote irrisorie del personale, peggiorando ulteriormente le condizioni e le prospettive col confinamento dei lavoratori in un limbo nebuloso alimentato da una intenzionale ammuina. Come le iniziative di autoimpiego nell’ambito dei servizi per il lavoro, lasciate agonizzare senza muovere un dito ma circondate di belle parole.

L’atteggiamento pluriennale della politica dei vari schieramenti ricorda la scenetta di Totò e Mario Castellani a Studio Uno nel 1966. I lavoratori aspettano ancora di trovare qualcuno che si assuma la responsabilità di una soluzione. Introvabile. Già, perché essendo le colpe di quel Pasquale lì, che è certamente sempre un altro, la risposta nei fatti è sempre stata: “che mi frega a me, che so’ Pasquale io?

I lavoratori però di “Pasquale” ne hanno ben presenti un elenco.

Nessuno si senta offeso.

Nessuno si senta escluso.

LA POLITICA DI PASQUALE

https://www.raiplay.it/video/2017/03/Il-ritorno-a-Studio-Uno-26ddcdbe-a07f-457b-a9f2-5b381fd04e3a.html