STORIA RECENTE DI UNA CRISI OCCUPAZIONALE INDOTTA E TRASCURATA

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Come abbiamo scritto più volte, soprattutto di recente, in Sicilia c’è una gigantesca crisi occupazionale che riguarda il personale di quello che è stato il sistema della Formazione Professionale e il sistema dei servizi per il lavoro privati convenzionati nato dal primo e vissuto dal 2000 al 2013, con brevi appendici fino al 2015.

La crisi è indotta, in quanto non frutto di calamità naturali o di condizioni di mercato profondamente mutate: è frutto di decisioni politiche, decisioni che prima hanno fatto crescere in modo degenere il sistema, poi hanno deciso di lasciarlo crollare senza gestire nulla, e tantomeno definire un piano per il personale, ai tempi intorno a 8mila unità.

Ci sembra opportuno ora richiamare alcuni passaggi dei nostri interventi sul tema dall’agosto dello scorso anno.

 

Qualcuno pensava di aver messo il problema sui binari della soluzione, nell’estate 2018, con un fantomatico tavolo nazionale, sul quale (purtroppo) eravamo stati facili profeti.

PAPOCCHI, AMMUINE E CASSATE: LA CRISI (SOCIALE) DELLA FORMAZIONE E DEI SERVIZI PER IL LAVORO IN SICILIA (13 agosto 2018)

http://itinerariperillavoro.noif.eu/blog/papocchi-ammuine-e-cassate-la

“Attenzione però che quel tavolo di confronto richiesto dal presidente della Regione Siciliana, facendo seguito a ragionamenti già condivisi con il livello nazionale, non diventi il campo di gioco per uno degli sport nazionali più praticati: il gioco del cerino. Se così fosse, qualcuno al tavolo si brucerebbe senz’altro le dita, ma definitivamente bruciati ne uscirebbero gli operatori del comparto e i cittadini siciliani, umiliati ancora dall’inesistenza di servizi fondamentali e di cui hanno diritto, dall’impossibilità di esercitare pienamente i propri diritti di cittadinanza, come ha recentemente osservato il direttore dello Svimez Luca Bianchi a proposito del Mezzogiorno nel suo complesso.

Siamo certi che la qualità e la determinazione di chi condividerà la regia del tavolo di confronto saranno in grado di scongiurare il rischio.”

 

Il livello regionale ha la responsabilità di non aver voluto o saputo affrontare la questione contrastando proposte e pretese surreali e inattuabili con un piano serio, fondato e sostenibile, che individuasse un percorso per ciascun lavoratore, anche se non lo stesso percorso per tutti.

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE SICILIANA E IL PROBLEMA DEL PERSONALE, SENZA TACERE DEI SERVIZI PER IL LAVORO (27 luglio 2019)

http://itinerariperillavoro.noif.eu/blog/la-formazione-professionale-siciliana-e

“Una delibera di giunta, la n.350 del 2010, riservava le tutele legali relative alla continuità lavorativa agli assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2008. Quelle tutele legali potevano reggere finché gli operatori a rischio erano una quota marginale del totale. Non reggono quando implode il sistema per dimensioni eccessive e assenza di fondi (regionali) che possano alimentarlo. Assenza, sì, non carenza. E infatti le tutele non ci sono state.

La politica ha lasciato affondare la nave con gli operatori a bordo, senza alcun piano di salvataggio, senza alcun programma di ricollocazione. Zero. Temporeggiamento e chiacchiere. E incredibilmente le aspettative di una parte degli operatori, la più “rumorosa”, si sono progressivamente alzate, fino all’ipotesi di essere immessi totalmente nel pubblico impiego.”

[…]

“Quindi pensare di risolvere il problema occupazionale coniugandolo al presente e al futuro del sistema della formazione professionale appare alquanto privo di senso. Ma il problema persiste e riguarda migliaia di operatori, la grande maggioranza dei quali ha superato i 50 anni.

Anche per quanto riguarda gli operatori provenienti dalle strutture di orientamento il sistema dei servizi per il lavoro pare in grado di assorbirne stabilmente solo una parte.

Esortiamo quindi il tavolo tecnico succitato, i decisori politici, i sindacati e gli stessi operatori che lottano per ritrovare un’occupazione a costruire percorsi realistici, compatibili con le condizioni e con le norme, e alzino lo sguardo oltre i confini dell’attuale ambito della formazione professionale e dei servizi per il lavoro, troppo angusti per il numero di operatori a cui garantire un reinserimento lavorativo.”

 

 

Si è dato fiato a posizioni demagogiche, dalle quali arrivavano le pretese irrealizzabili che hanno agevolato le strategie di temporeggiamento tipiche di chi non sa cosa fare o non vuole fare. Le soluzioni proposte (e praticamente indipendenti da iniziative della governance regionale) possono riguardare solo una quota molto limitata del personale, ma evidentemente chi urla più forte pensa alla soluzione del proprio problema personale (operazione che di solito non riesce) piuttosto che ad opportunità per tutto il bacino. Opportunità che, come evidente a chi è in grado di vedere e ragionare, non possono essere trovate all’interno dello stesso sistema di provenienza dei lavoratori, se non che per una quota molto limitata.

IL PERSONALE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE SICILIANA, LA FATA MORGANA, I CENTRI PER L’IMPIEGO (8 agosto 2019)

http://itinerariperillavoro.noif.eu/blog/il-personale-della-formazione-professionale

 

“A queste assunzioni punta anche il personale proveniente dalla formazione professionale siciliana e dai soppressi sportelli multifunzionali. Basta un accenno da parte di un decisore politico e si innescano i sogni.

Il personale complessivo sulla carta ammonta a oltre 8mila unità, ma nella sostanza lo si stima inferiore di un paio di migliaia. Ma il piedone della sorellastra Anastasia potrà mai entrare nella piccola scarpetta di cristallo di Cenerentola?

Si rischia che che questi concorsi si rivelino specchietti per gli allocchi, più che per le allodole, un miraggio da Fata Morgana che mette tranquilla qualche decina di operatori disoccupati per qualche giorno o settimana, quelli che cascano nella visione illusoria. L’ennesima da almeno 6 anni (in realtà una decina). Fatta salva la buonafede dei due attuali assessori interessati (del Lavoro Antonio Scavone e della Formazione Roberto Lagalla), non è quello che ci sia aspetta da chi pretende di governare: questa è un'opportunità per pochi, non un ventaglio di soluzioni o di ipotesi per tutti. L’assessore Scavone ha istituito un tavolo serio, come abbiamo già scritto, che con sincero impegno può definire un piano più complesso, del quale i concorsi per i CPI, con tutti gli accorgimenti possibili e immaginabili, non possono che rappresentare una quota molto limitata. Il vecchio sistema è raso al suolo da almeno 8 anni e la politica di tutti gli schieramenti se n'è sempre occupata. Quindi nessuno può dire di aver scoperto il problema ieri mattina.”

[…]

“Qui ci sono migliaia di lavoratori che avevano un contratto a tempo indeterminato e da anni sono rassicurati da varie parti su soluzioni in via di costruzione, lasciati lì come color che son sospesi con varie illusioni, oltre a quella recente dei concorsi per i centri per l’impiego, la peggiore delle quali è il reinserimento in un sistema rinnovato. Il sistema ha certamente in corso un indispensabile rinnovamento ma i livelli occupazionali dei lavoratori sono un problema diverso, che va risolto separatamente.

Siamo seri.”

 

 

In tutta questa vicenda sono stati creati sindacati personali, microsindacati, organizzazioni di fatto non formalizzate, sono stati coinvolti sindacati di secondo piano, e il tutto per attaccare con fiumi di veleno, tra gli altri, i sindacati confederali, accusati di ogni nefandezza e respinti come fossero letteralmente Belzebù in persona. I contestatori più accesi si sono dichiarati addirittura offesi per essere stati convocati ad un tavolo formalmente costituito con la presenza di CGIL, CISL e UIL.

I sindacati confederali hanno grandi responsabilità, ma non ha senso entrare in guerra con chi rappresenta i lavoratori ai massimi livelli, semmai sarebbe stato utile un confronto, anche prolungato, chiarificatore e costruttivo. Noi di Itinerari per il Lavoro non abbiamo mai condiviso gli atteggiamenti deteriori.

E abbiamo subito attacchi da operatori del settore per questo e per l’aver formulato proposte realistiche e sostenibili, ma che mai hanno preteso di escludere le sia pure surreali pretese di altri, a cui semmai era la politica a dover rispondere. Quello contro cui abbiamo lottato è stato il tentativo (finora riuscito) di ostacolare qualunque soluzione diversa e attuabile. Questo è un nostro intervento di martedì 15 ottobre 2019, prima dell’annunciata audizione dell’assessore del lavoro in V Commissione all’Ars, audizione che poi ha riguardato in realtà la dirigente generale del Dipartimento Lavoro e il capo di gabinetto dell’assessore, e il cui resoconto è in allegato (e la cui irrilevanza avevamo pure facilmente previsto):

LA COMMISSIONE LAVORO DELL’ARS, I RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI E IL PIANO PER IL PERSONALE (CHE NON C’È) (15 ottobre 2019, prima dell’audizione in V Commissione all’Ars)

http://itinerariperillavoro.noif.eu/blog/la-commissione-lavoro-dell-ars

 

“E invece no. Ci si accapiglia per essere presenti in commissione, oggi. I rappresentanti presenti vengono additati da altri come rappresentativi del nulla, tra gli altri da lavoratori mai concretamente costituitisi in una organizzazione formale e che pretendono di essere gli unici veri rappresentanti della categoria, senza avere mai ricevuto alcuna formale investitura da alcuno né avere mai prodotto risultati minimamente significativi, se non l’attenzione mediatica su sé stessi indebitamente indicati frequentemente da vari organi di stampa come “I” rappresentanti della categoria.


Ebbene no: gli operatori provenienti dai soppressi sportelli multifunzionali e iscritti a Itinerari per il Lavoro non sono rappresentati da questi soggetti informalmente aggregati. Da loro ci dividono stile, contenuti, proposta, linguaggio, prospettive, visione. E forse anche altro.

Invocano unità della categoria ma attaccano chiunque non si allinei a loro e non li consideri gli unici legittimati, anziché cercare il dialogo e una linea comune, ad esempio, con i soggetti che saranno presenti oggi in V Commissione. No, Itinerari per il Lavoro NON CI STA.”

 

 

Ora chi ha orchestrato le sopra descritte strategie di facilitazione del temporeggiamento e dell’esclusione dei sindacati confederali cerca la convergenza, e saremmo curiosi di sapere su cosa. In ogni caso noi proseguiremo il nostro lavoro di analisi, studio, critica, proposta. E di dialogo con gli interlocutori istituzionali, mai sospeso, sindacati confederali compresi.

Concludiamo riportando un post non pubblicato sul blog ma solo su Facebook, ma che ci pare interessante, a proposito della guerra dichiarata da categorie di dipendenti regionali agli operatori dei soppressi sportelli multifunzionali:

https://www.facebook.com/ItinerariPerIlLavoro/posts/2454776057909343

“L'arroganza suscita arroganza, la prepotenza suscita prepotenza. L'ignoranza induce all'emulazione.

Chi protesta su queste basi crea le condizioni perché categorie potenzialmente concorrenti facciano altrettanto.

Gli operatori degli sportelli multifunzionali furono selezionati in diverse tornate tra il personale della formazione professionale, quasi esclusivamente con decennale esperienza d'aula, per costituire i nuclei di strutture che dovevano diventare gli uffici periferici dell'Agenzia Regionale per l'Impiego, come titolari nel territorio dell'attuazione delle misure di politiche attive del lavoro. E questo avveniva tra il 1997 e il 2004.

Successivamente la politica decise che dovevano essere promossi quelli che più o meno erano lavoratori socialmente utili provenienti dal privato, senza alcuna esperienza né formazione specifica, e contestualmente fu abolita la stessa Agenzia Regionale per l'Impiego.

Quindi inviteremmo tutti alla calma e la politica all'equità. È meglio per tutti.

 

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2019/10/16/news/il_personale_della_regione_si_ferma_per_un_ora_diffida_al_governo_sui_centri_per_l_impiego-238636458/

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